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Per visite a Il Giardino di Pianamola e alla collezione permanente con opere delle precedenti mostre, o per lezioni in campo nel laboratorio botanico e artistico, telefonateci: 338 8479108 o scrivete per concordare una data: e.resegotti@mail.com --- Ingresso possibile solo su prenotazione!
To visit The Garden of Pianamola and the works of the permanent collection of past exhibitions, or for field lessons in our botanical and artistic laboratory , please call us : 338 8479108 or send us an email: e.resegotti@mail.com --- On appointment only!
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Indirizzo: Strada Pianamola, 5 - 01030 Bassano Romano (VT) - bivio km 48 Cassia Veientana, 1 km prima di Sutri se arrivate da Roma, 1 km dopo se da Viterbo
Nel cuore di un paesaggio etrusco Il Giardino di Pianamola si eleva sino a 490 m. e presenta una ricca valenza paesaggistica e ambientale. La morfologia prevalente è rappresentata da dolci colline degradanti verso il Lago di Bracciano con esposizione a sud e con affaccio sul lago e il mare all'orizzonte. Il desiderio di evocare i colori e i profumi della non lontana costa tirrenica e l'esigenza di sostenibilità ha ispirato la scelta di sperimentare con piante mediterranee e soprattutto con i Cistus, arbusti tanto diffusi lungo molte coste del Bacino mediterraneo e alcuni boschi, quanto sconosciuti ai più. Dai primi impianti di specie autoctone, che si sono riprodotte spontaneamente o abbiamo propagato per talea, grazie al favorevole terreno vulcanico, drenante e leggermente acido, l'esperimento è continuato nella creazione di una gariga sul lato sud ovest del giardino con un imponente impianto di circa cento specie naturali e ibridi in più esemplari e che ha sorpreso più di un botanico e molti visitatori per l'estrema naturalezza della realizzazione e della riuscita paesaggistica. Il giardino nel suo insieme è un esempio contemporaneo di buone pratiche a tutela dell’ambiente, della biodiversità e di scelte sostenibili.
Un esperimento iniziato nel 1994 e che attraverso varie fasi e diversi impianti copre ormai un’area di quasi 4000 mq, cioè circa un terzo de Il Giardino di Pianamola.
In the heart of an Etruscan territory The Gardens of Pianamola reach up to 490 meter and are of high interest for both landscape and environment. The prevailing morphology is represented by degrading hills facing south towards Lake Bracciano with an open view of the lake with the sea at the horizon. The wish to evoke colors and scents of the not faraway Thyrrenian coast inspired the choice of experimenting with Mediterranean plants and above all with Cistus. But Rock roses, in spite of being well spread along many coasts and in some woods, are unknown to most people. Starting with local species, which have spontaneously reproduced or have been propagated, and thanks to the favourable percolating volcanic soil, the experiment has been carried on with the creation of a gariga in the south west side of the garden with an imposing planting of several bushes of about 100 species, both natural and hybrids. The result has struck more than one botanist and many visitors both for the value of the collection and for its naturalistic setting in the landscape. The whole garden is a contemporary example of good practices to preserve environment, biodiversity and sustainable policies.
We started the experiment back in 1994 and developed it in different phases with various planting covering by now almost 4000 sqm, about one third of Il Giardino di Pianamola.
progetto “Mediterraneo EXPANDED”
Migrazione e adattamento di uomini e piante
copyright Elisa Resegotti e H.-H. Koopmann - Nature and Art Projects - Il Giardino di Pianamola
The Cistus Project – La collina dei cisti
Segnalo con piacere e ringrazio Lidia Lombardi per l’articolo Di rosa in rosa
(cliccare sul link Di rosa in rosa)
e pubblichiamo con gratitudine la testimonianza di una recente visitatrice:
Il Giardino di Pianamola, che Elisa Resegotti ha fatto crescere negli anni, senza fretta, è un posto speciale dove certamente torneremo e che ci piacerebbe far conoscere ai nostri amici.
Alla vista sul lago e alla collina, con le sue magnifiche querce, s'è aggiunta l'inventiva e la cura di una persona capace di "ascoltare" il posto, coglierne le potenzialità, e aprirgli nuove opportunità senza stravolgerlo.
La filosofia di dialogare con la natura del luogo, di far interagire la curiosità e l'estetica umana con il paesaggio e la spontaneità della vegetazione e del clima ha dato qui dei risultati bellissimi.
il segreto è la sensibilità di Elisa alla bellezza e alla varietà di forme e colori della flora spontanea, di molte delle cosiddette "erbacce" selvatiche, che i giardinieri ordinari estirpano sistematicamente, scotennando i prati, e la capacità di saper attentamente e sapientemente incoraggiare - o scoraggiare - alcune specie.
L'idea di impiantare sulla collina una collezione di cisti - prendendo spunto dai pochi che già sono endemici della zona - e di accostare le specie spontanee di questi cespugli, che fioriscono in primavera sulle coste rocciose, ai tanti ibridi provenienti da vivai, è stata felicissima: il risultato è un paesaggio naturalissimo ma con una ricchezza di colori, di sfumature e di varietà che solo il giardinaggio e la passione paesaggistica poteva riunire in un posto solo.
All'"ordine-disordine" che rappresenta l'ispirazione fondamentale del giardino - oltre che della specifica scultura vivente che porta questo nome (una sfilata di grandi mimose potate da Elisa) - si è andata ad aggiungere una serie di opere d'arte originali che sono a loro volta il frutto di un dialogo tra genius loci e sensibilità umana.
Tra queste, svetta sulla collina la foresta di pali-totem che Hans-Hermann Koopmann ha ideato per esprimere visivamente quanto siano vitali, rare e preziose per il pianeta le risorse d'acqua dolce. Un gruppo di tronchi nudi in cima a cui spiccano come fiammelle arancioni - tutte diverse tra loro nelle loro geometrie fantasiose - le piccole sagome delle "torri dell'acqua", che custodiscono l'acqua nelle nostre città e le permettono di arrivare ovunque. Una ricchezza da immagazzinare e da usare avvedutamente - come fanno, per sopravvivere alla siccità nelle zone più aride del mondo, le piante succulente, come le cactacee, grazie al loro speciale metabolismo "C.A.M." che ha ispirato l'autore.
Daniella Ambrosini, maggio 2017